
Alleniamo la fase di possesso
Rubrica curata dal professore Giovanni Garofalo autore del libro Ludotattica
Nell’ottica di un nuovo modo di programmare le sedute d’allenamento di settore giovanile, su basi più squisitamente tecnico-tattiche rispetto ad un metodo di tipo tradizionale, è necessario iniziare a vedere il gioco del calcio come una serie di momenti relazionati tra di loro senza soluzione di continuità, “un’incessante transizione da attacco a difesa e viceversa, che è denominata Ciclo del gioco” ( Anton 1991). Il ciclo del gioco comprende quattro fasi , esattamente : 1) Fase di possesso 2)Transizione positiva 3 ) Fase di non possesso 4) Transizione negativa
Ognuna di queste fasi del gioco è governata da principi tattici differenti e viene allenata attraverso esercitazioni e strategie diverse, ma tutte sono ugualmente importanti per la costruzione del nostro modello di gioco.
Sapere gestire queste fasi, sia individualmente che interagendo con i compagni di squadra o di reparto, è una competenza chiave da sviluppare se si vuole contribuire alla crescita di un calciatore moderno.
La fase di possesso è il momento del gioco in cui si cerca di finalizzare contro una squadra schierata ovvero con tutti, o quasi tutti gli avversari pronti a difendere la propria porta.
Questa fase, detta anche “Attacco organizzato” può essere gestita secondo stili differenti. Possiamo parlare ad esempio di Attacco diretto , quando il gioco è basato sulla ricerca della finalizzazione con un breve numero di passaggi e sulla continua ricerca della profondità , anche attraverso palloni lunghi ; Parliamo invece di Attacco posizionale quando la fase di possesso del nostro modello di gioco è basata sulla costruzione di azioni elaborate con un alto numero di passaggi, prevalentemente sul corto. Questa tipologia di attacco prende il nome di posizionale perché “necessita di strutture e forme geometriche continue, triangoli, rombi etc. ed è realizzabile solo attraverso la combinazione di vari giocatori in determinate posizioni tattiche (cit. Pasquale Casà)”
La fase di possesso, sul piano collettivo, è governata da alcuni principi di gioco; per costruire e migliorare il nostro modello di gioco è necessario progettare allenamenti che sviluppino e migliorino tali principi. Se ad esempio il nostro modello di gioco prevede un attacco di tipo “posizionale”, le proposte operative nel giorno in cui curiamo la fase di possesso saranno tali da incidere su principi di gioco come:
-Muovere la difesa avversaria attaccando continuamente in ampiezza e profondità per rendere il campo “grande”
- Osservazione degli spazi liberi e della possibilità di penetrazione degli stessi
- Appoggi continui al portatore di palla assicurando nelle varie zone di campo vertice, sostegno, appoggi interni ed esterni ,con conseguente formazione di determinate figure geometriche
- Strutturazione, creazione e sfruttamento di situazioni di superiorità numerica
- Cambi di gioco e ricerca di zone meno dense( iniziare da una parte per finire dall’altra.)
- Variazione del ritmo delle azioni (evitare il ritmo uniforme).
Sul piano individuale, le competenze che il calciatore deve sviluppare in fase di possesso sono di tipo diverso a seconda che il giocatore sia il possessore di palla, per cui è importante sviluppare capacità come protezione della palla, passaggio, conduzione, dribbling etc. o sia compagno del possessore ed in questo caso diventano fondamentali capacità tecniche e tattiche come ricezione, controllo orientato, smarcamento, tempi di inserimento, sovrapposizione, taglio etc.
Uno dei metodi più completi per sviluppare queste competenze è rappresentato dai “giochi di posizione” che secondo Maurizio Viscidi (Docente alla scuola allenatori di Coverciano) “sono uno strumento per insegnare la tattica (individuale e collettiva) e la tecnica individuale in modo dinamico e nel contesto di gioco” ritenendo la tecnica analitica e senza l’opposizione dell’avversario “poco reale e quindi poco allenante”.
Anche il sottoscritto ritiene che lo sviluppo di un calciatore moderno, che si sappia adattare alle varie fasi del gioco, debba avvenire attraverso esercitazioni dinamiche e cariche di imprevedibilità , in cui oltre a dover ricorrere alle proprie qualità fisiche e tecniche il calciatore si trovi nella necessità di dover ricorrere alla propria intelligenza tattica. Esercitazioni specifiche , situazionali e competitive , caratterizzate da situazioni aperte che riflettono il tipo di gioco che si richiede alla squadra e che lo preparino allenamento dopo allenamento ai problemi che troverà la domenica durante la gara.